A volte richiedere dei prestiti per protestati non è semplice, vediamo le principali criticità che bisogna affrontare e le alternative migliori in caso di problemi.
Spesso richiedere dei prestiti per lavoratori autonomi non è così facile come può essere farlo per un dipendente o per un pensionato. Gli autonomi devono affrontare determinate criticità, nel processo di richiesta, che tutto il processo potrebbe essere lungo e irto di ostacoli (e non è detto che alla fine giunga ad una conclusione positiva).
Partendo da questo presupposto, andiamo ad affrontare, uno ad uno, tutti i principali problemi ed ostacoli che possono esserci nella fase di richiesta prestito da parte di autonomi e liberi professionisti.
La principale limitazione legata ai prestiti per autonomi è, come detto in precedenza, la mancanza della busta paga.
Nella categoria dei lavoratori autonomi rientrano tutti coloro che non hanno un contratto subordinato: artigiani, liberi professionisti, imprenditori.
I documenti necessari per poter richiedere un finanziamento includono, oltre a tutti quelli relativi alla persona fisica (carta di identità, permesso di soggiorno nel caso di prestiti per stranieri, codice fiscale), anche quelli che testimoniano il reddito.
Nello specifico, parliamo di dichiarazione dei redditi e di qualunque altro documento che possa certificare delle entrate più o meno periodiche (come un contratto di affitto, ad esempio).
La banca e la finanziaria devono necessariamente attenersi a tali documenti per poter capire se il soggetto è realmente in grado di rimborsare la somma prestata.
Dei problemi finanziari capitano a tutti, purtroppo. I principali disguidi che si possono verificare, da questo punto di vista, sono l'iscrizione nel registro dei protesti o in quello dei cattivi pagatori.
Entrambe le scelte portano, per gli autonomi, ad una sola conseguenza: la difficoltà nel richiedere dei prestiti personali.
Il fatto che ci siano stati questi disguidi in passato porta le banche e le finanziarie ad avere meno fiducia nella persona (da un punto di vista finanziario), dunque potrebbero richiedere maggiori garanzie oppure escludere completamente la concessione del finanziamento.
L'iscrizione nel registro dei cattivi pagatori avviene quando non sono state pagate in tempo tutte le rate di finanziamenti richiesti in passato. Ne abbiamo parlato nella nostra nella pagina relativa ai prestiti per cattivi pagatori.
Questa situazione porta a cadere la fiducia verso l'autonomo che, in futuro, potrà riuscire a rimborsare il finanziamento se non ci è riuscito in passato.
Di conseguenza è necessario dimostrare che si hanno tutte le "carte in regola" per poter avere successo.
Il garante è spesso la prima cosa da prendere in considerazione. Si tratta di un terzo soggetto che si obbliga, in solido con il debitore principale, a rimborsare le rate periodiche. L'istituto di credito può legittimamente richiedere al garante il pagamento di rate non saldate. Egli poi potrà, per legge, rivalersi sul debitore principale, ma questa è un'altra storia.
La seconda considerazione da fare è che a volte si può pensare di aprire dei prestiti con cambiali, anche cambializzati a domicilio. In questo caso la garanzia è data dalla firma delle cambiali, che sono dei titoli esecutivi che permettono all'istituto di credito di poter recuperare facilmente le somme di denaro prestate nel caso in cui il debitore non paghi le rate.
Leggi tutte le informazioni sui prestiti ad autonomi cattivi pagatori.
Nel caso in cui il lavoratore autonomo abbia avuto dei problemi con delle cambiali non onorate o con degli assegni non pagati e dunque sia stato segnalato nel registro dei protestati, diventa davvero difficile poter ottenere un finanziamento.
Il problema principale è che alcune garanzie potrebbero venire escluse a priori (come le cambiali, ad esempio) e dunque bisogna "arrangiarsi" con quello che rimane.
Spesso è molto difficile, per non dire impossibile, riuscire ad accedere a questo tipo di finanziamento.
Leggi tutte le informazioni sui prestiti a protestati ad autonomi e senza busta paga.
Nello specifico possiamo vedere che i prestiti ad autonomi hanno solitamente degli importi che vanno da 1.000 a 50.000 euro, a seconda della banca o della finanziaria a cui ci si rivolge, a seconda della propria dichiarazione dei redditi e a seconda delle garanzie che si possono fornire.
Il tasso di interesse varia anche in questo caso a seconda della banca e della finanziaria.
La ricezione del pagamento può essere fatta tramite accredito sul proprio conto corrente bancario o con assegno a proprio nome.
Il rimborso viene di solito effettuato tramite RID, anche se non sono da escludere a priori eventuali rimborsi di prestiti con bollettini postali.
Non ci sono limiti a quello che si può acquistare con un finanziamento per autonomi, ovviamente.
Trattandosi di un prestito non finalizzato, esso può essere richiesto senza dover fornire alcune spiegazione, senza dare alcuna causale.
Tra le varie possibilità di impiego della somma di denaro ottenuta vediamo:
Dal momento in cui si fa richiesta di un prestito e la stessa venisse rifiutata ci sono alcune considerazioni importanti da fare. Ne abbiamo parlato in maniera dettagliata sul testo "prestito rifiutato cosa fare su mondo prestiti", cui vi rimandiamo.
Il concetto principale è che, dopo aver avuto un rifiuto, la cosa più sbagliata che si possa fare è quella di fare subito una nuova domanda. Il rifiuto anche di questa nuova richiesta è certo al 100%, perché la prima negazione viene iscritta nel registro CRIF, cui tutte le banche e le finanziarie fanno riferimento prima di decidere se concedere o meno un finanziamento.
Pertanto potreste considerare delle idee alternative, come una carta di credito o un prestito tra privati.
Ma tutto dipende dal motivo che sta dietro il rifiuto.
Se siete iscritti come cattivi pagatori o, peggio, come protestati, è difficile riuscire ad ottenere una carta di credito, mentre potrebbe essere più semplice fare domanda con successo di un prestito tra privati.
Per qualunque domanda, non avete che da scriverci nei commenti.