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Il Protesto, Levata, Cancellazione e Riabilitazione
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Il Protesto

Il protesto rende difficile per un soggetto poter fare domanda di prestiti e mutui, oltre che aprire un conto corrente. Vediamo nel dettaglio come funziona questo atto, come poter essere riabilitati e che conseguenze ci sono nel mondo dei prestiti e finanziamenti.

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Il protesto è quell'atto pubblico con il quale si attesta la presentazione di un assegno o di una cambiale per il pagamento e il rifiuto, da parte del debitore, di pagare. Il protesto scatta anche dal momento in cui si paga una cambiale in ritardo o se si emette un assegno "scoperto", ovvero senza i fondi sufficienti per poter essere pagato.

In tutti questi casi, si dice che il debitore viene iscritto nel registro dei protestati, un atto con il quale diventa estremamente difficile poter richiedere, in futuro, prestiti, mutui o anche il semplice aprire un conto corrente.

Leggi anche: chi è il protestato

Informazioni generali sul protesto

La levata del protesto, ovvero la sua "accensione", viene fatta da un pubblico ufficiale, che può essere, a seconda dei casi, un notaio, un segretario comunale o un ufficiale giudiziario. Tutte queste figure sono adibite ad iscrivere una persona nel registro dei protestati.

Al fine di tutelare le imprese e le banche, il protesto è pubblico, nel senso che tutti coloro che sono interessati possono consultare il registro dei protestati e cercare un certo nome.

Tale pubblicità, piuttosto che un effetto di protezione, ha più che altro un risultato punitivo per chi è iscritto nel registro: basti pensare ai prestiti e all'estrema difficoltà con cui si possono (eventualmente) ottenere per capire come le cose si mettono male per chi subisce un protesto.

Cancellazione dal registro dei protestati

Dal 2000 si può ottenere la cancellazione immediata dal registro dei protestati semplicemente fornendo una prova che la cambiale o l'assegno che sono stati oggetto del protesto son stati pagati.

Questo a patto che il pagamento avvenga entro 12 mesi dalla levata del protesto, nel qual caso basta presentare domanda presso l'Ufficio Protesti della Camera di Commercio che è competente per zona.

La riabilitazione

Se il pagamento avviene dopo i primi 12 mesi dell'iscrizione nel registro, allora bisogna procedere con la procedura di riabilitazione. Essa viene concessa con un decreto del presidente del tribunale dietro istanza presentata dal protestato. Occorre, anche in questo caso, che il titolo protestato sia stato pagato e che la persona non abbia subìto altri protesti nel corso degli ultimi 12 mesi solari.

Nel caso in cui la riabilitazione venga negata, il protestato può fare ricorso entro 10 giorni presso la corte di appello.

Effetti del protesto su prestiti, finanziamenti e conti correnti.

Dal momento in cui si è iscritti nel registro dei protestati diventa molto difficile (per non dire impossibile) riuscire ad ottenere un prestito, un mutuo o anche semplicemente aprire un conto corrente.

Più volte abbiamo parlato sul nostro sito di prestiti per protestati e di apertura di un conto corrente per protestati. In ogni momento abbiamo detto che è difficile per un soggetto protestato poter avere credito o riuscire ad aprire un conto corrente.

Come è ovvio che sia, le banche e le società finanziarie proteggono i loro soldi e sono davvero molto poco propense a concedere finanziamenti a chi ha avuto un problema del genere in passato.

Tra le alternative particolarmente interessanti potremmo vedere i prestiti su pegno, che si basano sulla concessione di un bene in pegno che funge da garanzia per il rimborso.

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Autore: Gino Topini

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